Emmax

Diario semi-serio di una coppia sardo-americana.


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La gente di New York

IMG_20150311_145503In quasi due anni in questa città qualche cosa dei niuorchesi l’ho capita, per esempio che hanno sempre fretta. Corrono per strada, corrono alla metro, sono impazienti di arrivare chissà dove, sembrano sempre in ritardo. Che poi li capisco pure: a New York, se esci di casa per andare – che ne so – dall’altra parte della città, ad un appuntamento a cui DEVI arrivare puntuale – devi innanzitutto sperare che tutto vada per il verso giusto, poi accelerare il passo. Da subito, da appena metti il piede fuori di casa. Perciò anche dentro ai palazzi, quando li incontri nei corridoi o le scale, spesso non ti salutano, ma non è che ce l’hanno con te, è che proprio non ti considerano, non ti vedono nemmeno, tanto sono presi dai loro pensieri sulla struttura della loro giornata e su quale strategia utilizzare per ottimizzare meglio il loro tempo. Sono multitasking. Nel tragitto verso il loro appuntamento fanno un sacco di cose. Prima di tutto si dirigono a passo spedito verso la stazione della metropolitana, spesso con delle enormi cuffie sulla testa che gli danno quell’aria assente tipica di chi è isolato nel proprio microcosmo musicale (che poi quella musica, almeno nella zona dove vivo io, è spesso il reggaeton o come cavolo si scrive, quella schifezza tipo Aventura, o a volte hip-hop/rap, o techno sparata a palla), magari canticchiano, o cantano proprio con voce piena perché magari lavorano a Broadway (a New York sono tutti artisti), e sempre incuranti di tutto ciò che hanno intorno magari ripassano pure la coreografia. Quelli che ascoltano hip-hop di solito mimano i movimenti dei rapper. Yo. Camminano e parlano al telefono mentre bevono un caffè. Una volta ho visto un ragazzo in bicicletta sul marciapiede col piede sul manubrio che si legava la scarpa, giuro. Un altro stava facendo trazioni usando come sbarra dei tubi di un ponteggio, mentre parlava al telefono usando l’auricolare. Continua a leggere


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Pensierini dalla Subway

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– Il tipo che si taglia le unghie in metro (è molto più frequente vedere gente che si limita a limarle – scusate se allittero). Non è nel mio raggio visivo ma sento il tik-tik del tagliaunghie e vedo le facce schifate di chi assiste alla scena.
– La tipa che si mette l’eyeliner col treno in movimento. Intrepida e spericolata, ma talentuosa ed esperta.
– Il sosia di quello dei Tokyo Hotel.
– La bimba bionda col fiocco bianco in testa che legge un libro stando in piedi, appoggiata ad un palo, con assoluto autocontrollo nonostante gli scossoni della linea A quando va express da 125th a 59th. (E’ quella nella foto, che ad un certo punto ha trovato un posto libero per sedersi).
– Guardare le scarpe della gente per farmi un’idea di quali vorrei. Poi alla fine prenderó le solite allstar.
– Linea A, 1 di notte. Ragazzo non ho capito di che razza con abito gessato scuro, camicia e gilet scuri, cravatta chiara con un triplo nodo fichissimo, moquette assurda in testa, sguardo fiero e barba senza baffi, skateboard che fa contrasto col gessato, penne e fazzoletto a far capolino dal taschino della giacca inamidata, bottiglietta di vetro contenente credo gin estratta dalla tasca interna. Si è preso gioco del tizio seduto accanto a me che dormiva con la bocca aperta, facendo il gioco di infilargli in bocca una penna prima, poi una sigaretta rollata, infine un sospettissimo involucro ricoperto di pellicola trasparente. Il tutto tra l’ilaritá (sua) e l’indifferenza di noi altri astanti. Poi ha cominciato a fissare i miei piedi, e mi ha chiesto dove ho preso le Converse marroni, che non le aveva mai viste e che sono cool.  Ho detto che non mi ricordo. Poi ha preso un bigliettino da visita dal taschino ed ha iniziato a scriverci qualcosa, e dopo qualche fermata, prima di scendere dal treno, ha sfoggiato uno sguardo da uomo che non deve chiedere mai e ha allungato il biglietto alla ragazza che era seduta accanto a lui. Io vorrei chiedere alla ragazza cosa pensa.
– La signora accanto a me che si toglie gli stivali neri e indossa le scarpe da ginnastica, sempre con gli occhi spalancati e le sopracciglia in su per apparire meno cinquantenne.
– Gli stivaletti waterproof con pellicciotto a fine Aprile.